mercoledì 22 ottobre 2008

la strage degli improvvidi



Memorial in corso Canepa a Sampierdarena per un giovane motociclista di fede sportiva sampdoriana. E' uno dei tanti dolorosi fioriti altarini che vengono messi per ricordare la scomparsa di giovani in incidenti stradali. Ricordo che negli anni 1970, mi pare, uscì il nuovo modello di moto Kawasaki, 500cc, quattro motori a due tempi allineati sotto il serbatoio. Aveva una accelerazione a razzo, ed una tenuta di strada pessima essendo troppo leggera per la velocità espressa. Un ordigno suicida per chi lo guidava temerariamente che falciò la vita di un folto gruppo di giovani motociclisti. Venne tolto in sordina dal mercato (come la 'Daufine' nelle auto).

Questi giovani defunti, motociclisti imprudenti e dissennati ( o tossicodipendenti senza dominio di se che si giocano la vita in una over dose) sono vittime di se stessi e pagano con la vita i loro torti. E perciò fanno pena. Ma più ancora rabbia.
Mattino di Natale 2008 a Civitavecchia un'auto con 5 giovani a bordo salta il guardrail ed esce dal cavalcavia. Dopo un volo di 10 metri muoiono i quattro passeggeri mentre sopravvive il 19enne alla guida. Il giovane risulterà positivo al narcotest, e dovrà rispondere di omicidio colposo.
Sparsasi la notizia in città 300 mamme corrono all'obitorio a vedere se c'era il figlio loro.


Ma c'è un'altra genia di improvvidi impuniti che invece mette rabbia. Sono gli irresponsabili che si pongono alla guida della loro auto ubriachi e drogati. Essi non ignorano che in quello stato la legge vieta loro di condurre la macchina. Neppure rendersi conto che alla infrazione della legge assommano la potenziale pericolosità del loro comportamento. Tuttavia l'essere dei pericoli pubblici ambulanti, che con molte probabilità investiranno a morte ciclisti e pedoni, non li trattiene minimamente. Difatti le cronache dei giornali e telegiornali riportano, frequentemente e terribilmente, incidenti mortali provocati da delinquenti di quel genere. Che però, o per il 'buonismo' delle nostre leggi, ma ancora più dei nostri magistrati; la fanno franca.
Gli incolpevoli finiscono nella bara, ed i colpevoli se ne tornano a casa, spesso per ricominciare.
Tutto questo per me è intollerabile. Da popolo senza dignità di nazione.

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